“L’ingresso è austero ed è quello di un palazzo d’epoca che si affaccia su una stretta strada del centro storico di Altamura, più vicina a Matera che a Bari. Cerchiamo con lo sguardo i riferimenti che troviamo proprio accanto al portone, quasi fosse un’abitazione. Ci aprono ed accediamo ad un cortile su cui si affacciano porte e finestre. Abbiamo la piacevole sensazione di entrare in casa d’altri. Proprio di fronte a noi scorgiamo un ulteriore portone di legno sul cui arco di pietra è inciso . Rileggiamo più volte il numero interrogandoci sul suo significato. Il portone si spalanca e siamo accolti dai volti sorridenti di Paolo e Donato. Ci accolgono con garbo e gentilezza, si informano sul nostro viaggio e ci chiedono perché abbiamo scelto Frrud. Provo a ripeterlo e sul nome inciampo un po’. Paolo e Donato ci spiegano che hanno voluto conservare la memoria storica di quel luogo. Frrud (Angelantonio Ferrulli) era il proprietario del luogo che risale al 1572. Dunque è proprio una data!
Entrando quasi in punta di piedi mi interrogo se nella mia vita ho mai messo piede in un luogo così datato (monumenti esclusi si intende).
Un’adorabile frescura ci avvolge. Gli occhi si abituano piano all’ambiente e ho la sensazione di varcare una soglia indefinita attraverso cui entrare in un luogo magico, sospeso nel tempo, immacolato. I padroni di casa ci informano di aver voluto conservarlo così come lo hanno trovato per cui la visita degli ambienti rivela oggetti in legno o in metallo funzionali alla produzione del vino ma anche all’agricoltura che non abbiamo mai visto. Ognuno è talmente semplice e ingegnoso da destare meraviglia, specchio di una generazione priva di tecnologia ma non di capacità di pensiero.
Il luogo non è enorme ma sembra un congegno in cui ogni oggetto è capace di raccontare una storia in cui siamo completamente immersi.
Nel racconto, sia Paolo che Donato hanno il grande pregio di non interpretare mai il ruolo della guida quanto quello di persone del luogo che provano piacere nel raccontare la storia dei loro nonni.
Scendiamo con attenzione gli scalini che conducono alla cantina ed entriamo in un nuovo ulteriore mondo. Paolo ci racconta come è nato il Museo del Vino e come è nata Cantina Frrud. La sua narrazione è asciutta ed essenziale. Le parole, i gesti e le immagini che richiama compongono un mosaico che si compone davanti a te di cui percepisci non solo gli aspetti tecnici ma anche l’intensità e la passione.
La degustazione dei vini ne è parte ma essa non sarebbe così interessante se non fosse parte del viaggio. E mentre dunque il racconto scorre piacevole, Donato ci invita a gustare la fragranza del famoso pane di Altamura insieme a salumi e formaggi prodotti localmente, accuratamente abbinati ai vini della cantina.
L’atmosfera adesso è veramente magica. Perdo la cognizione del tempo ma non dello spazio. So soltanto che mi sento bene con persone che non conosco affatto ma con cui ho qualcosa in comune. Sono a mio agio ed i miei sensi sono stimolati.
Gli occhi ammirano le botti, le persone presenti. Dal calice il vino scivola nella mia bocca, la avvolge ed il palato gioisce dell’ottimo abbinamento. Percepisco l’autenticità del momento che sto vivendo e ho la consapevolezza di essere immerso nella conoscenza del territorio
E quando vado via non posso fare a meno di constatare di quanto sia lento il risveglio. La trance lascia spazio ai sorrisi ed al piacere di essere entrato non in un museo né in una cantina. Ma nel mondo di questi amabili padroni di casa”.
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